Il Consiglio Nazionale Forense ha avviato, il 14 ottobre 2025, una consultazione ai sensi dell’art. 77 del nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023).
Obiettivo: acquisire informazioni e proposte dal mercato per servizi di intelligenza artificiale a supporto dell’attività forense – dalla ricerca giurisprudenziale all’analisi predittiva, dalla redazione automatica di documenti legali alla gestione intelligente delle scadenze.
Il progetto non è ancora una gara, è semmai in una fase esplorativa dalla quale però il CNF si riserva di potersi ritirare in qualsiasi momento. Non solo. Al momento, sul mercato, nessuna piattaforma legaltech oggi offre contestualmente tutti i servizi richiesti dal CNF, sia dal punto di vista delle features richieste; sia dal punto di vista delle garanzie di storage e segregazione dei dati.
Sarà interessante vedere come si regolerà il mercato legaltech, visto che la piattaforma immaginata dal CNF dovrebbe essere messa a disposizione dei circa 230mila avvocati italiani.
Indice degli argomenti:
Nove aree operative per un ecosistema legale intelligente
La scheda descrittiva dei servizi (Allegato B) del bando CNF individua nove moduli operativi che comporranno la piattaforma, che disegnano un vero e proprio ecosistema legale dell’AI:
1. Ricerca giurisprudenziale e normativa. Si fa riferimento a un motore di ricerca in linguaggio naturale su banche dati di legittimità e di merito, con indicizzazione completa delle principali fonti giuridiche italiane ed europee. L’obiettivo è rendere l’interrogazione giuridica intuitiva e precisa, con risultati ordinati per pertinenza e autorevolezza.
2. Redazione automatica di documenti legali. Dalla generazione di pareri su prompt strutturati alla redazione di contratti e atti giudiziari, anche tramite analisi dei documenti caricati dallo studio. Il sistema dovrà consentire personalizzazione dello stile redazionale e verifica di coerenza e completezza dei testi.
3. Analisi documentale avanzata. Upload e comprensione automatica di documenti in vari formati, con estrazione di dati rilevanti, individuazione di precedenti e contraddizioni, misurazione della leggibilità e strumenti di ottimizzazione linguistica. Si tratta del “cuore semantico” della piattaforma: l’AI come lettore intelligente del diritto.
4. Gestione scadenze e calendario. Un modulo “intelligente” che calcola i termini processuali, si sincronizza con i calendari degli studi e genera alert personalizzati per udienze e adempimenti.
5. Trascrizione e analisi multimediale. Il sistema dovrà trascrivere automaticamente
registrazioni audio e video – assemblee, udienze, riunioni – identificare i relatori, estrarre i punti chiave e generare sommari ricercabili.
6. Due diligence automatizzata. Analisi massiva di contratti e documenti societari, identificazione di clausole critiche o non standard, comparazione con benchmark di mercato e reportistica di rischio.
7. Analisi predittiva e strategica. Moduli di supporto decisionale basati su dati storici: stime probabilistiche degli esiti giudiziari, valutazione costi/benefici del contenzioso, analisi delle strategie avversarie e simulazione di scenari processuali.
8. Generazione automatica di preventivi. Calcolo dinamico della parcella in base alla complessità della pratica e ai parametri forensi, con analisi delle performance economiche.
9. Storage e gestione dati. Ogni utente disporrà di uno spazio cloud dedicato, con backup ridondanti, esportazione in formati standard e controlli granulari sugli accessi. Un ecosistema, insomma, che mira a digitalizzare l’intero ciclo del lavoro legale, combinando efficienza, trasparenza e sicurezza.
Vietato il training con i dati degli avvocati
Le condizioni per l’eventuale fornitura di questi servizi legali tramite questa futura piattaforma sono stringenti:
– è vietato l’uso dei dati per il training dei modelli,
– obbligo di localizzazione del trattamento all’interno dell’UE,
– segregazione logica e fisica dei dati di ciascun utente,
– certificazioni ISO 27001 e crittografia end-to-end.
Il fornitore dovrà inoltre dimostrare esperienza in AI legale, integrazione con banche dati ufficiali e supporto operativo in Italia.
Un’impostazione che fa del rispetto della privacy e della sovranità digitale il cuore dell’iniziativa.
Le prossime tappe
Gli operatori economici interessati potranno presentare la manifestazione di interesse entro il 15 dicembre 2025 (60 giorni dalla pubblicazione).
L’obiettivo del CNF è valutare soluzioni tecnologiche, costi e modelli di erogazione, prima di avviare la gara vera e propria.
L’iniziativa del Cnf segue temporalmente sia le linee guida del CSM sull’utilizzo dell’AI negli uffici giudiziari, sia la legge 132/2025 sull’intelligenza artificiale, che impone agli avvocati (e ai professionisti) l’obbligo di informativa ma anche una serie di attività di compliance che derivano dall’AI Act, che la legge italiana richiama.
Un segnale forte per il mercato legaltech, chiamato a rispondere con soluzioni integrate, conformi e all’altezza della complessità dei requisiti richiesti. Anche se non possiamo ora prevedere come risponderà il mercato.
Significativo però, il segnale inviato agli stessi avvocati, visto che il CNF è l’autorità di rappresentanza dell’intera categoria. Il messaggio è chiaro: indietro non si torna.






