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America’s AI Action Plan: la strategia Usa per la supremazia tecnologica



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Firmato dal presidente Donald J. Trump e redatto dai principali consiglieri per la sicurezza, la scienza e la tecnologia – tra cui Michael Kratsios, David Sacks e Marco Rubio – il piano si fonda su tre pilastri: accelerare l’innovazione, costruire l’infrastruttura nazionale dell’AI e guidare la diplomazia e la sicurezza internazionale nell’era dell’intelligenza artificiale

Pubblicato il 29 ott 2025



America’s AI Action Plan: la strategia Usa per la supremazia tecnologica

Il documento programmatico America’s AI Action Plan è una roadmap che delinea la visione dell’amministrazione Trump per affermare la leadership mondiale degli Stati Uniti nel campo dell’intelligenza artificiale.
Firmato dal presidente e redatto dai principali consiglieri per la sicurezza, la scienza e la tecnologia – tra cui Michael Kratsios, David Sacks e Marco Rubio – il piano si fonda su tre pilastri:

  • accelerare l’innovazione,
  • costruire l’infrastruttura nazionale dell’AI
  • guidare la diplomazia e la sicurezza internazionale nell’era dell’intelligenza artificiale.

Un nuovo capitolo nella competizione globale

L’introduzione del documento pone l’accento su una sfida di portata storica: l’AI viene definita “la nuova frontiera della scoperta scientifica”, paragonata per impatto alla corsa allo spazio del secolo scorso.
Trump sottolinea come “chi controllerà l’ecosistema più ampio dell’intelligenza artificiale stabilirà gli standard globali e raccoglierà i benefici economici e militari”.
L’obiettivo è rafforzare il ruolo centrale degli Stati Uniti nell’innovazione, garantendo che la tecnologia rifletta valori americani e serva a consolidare il primato industriale e militare del Paese.

La strategia è esplicitamente competitiva: si parla di una “gara da vincere” contro potenze rivali, in primis Cina e Russia, che secondo la Casa Bianca stanno già investendo per ottenere vantaggi geopolitici attraverso l’AI.

Obiettivo: accelerare l’innovazione

Il primo pilastro è dedicato a stimolare la ricerca e l’adozione dell’intelligenza artificiale, riducendo al minimo la burocrazia e le barriere normative considerate dannose per la competitività.
Vengono abrogate o riviste le regole introdotte dalle amministrazioni precedenti, con l’obiettivo di liberare le imprese dal “red tape e favorire la sperimentazione in ambienti regolamentati (AI sandboxes).
Un’attenzione particolare è riservata alla libertà di espressione nei sistemi di AI: il documento prevede che le tecnologie utilizzate dal governo federale siano “oggettive e prive di pregiudizi ideologici”.

La Casa Bianca spinge sullo sviluppo di modelli open-source e open-weight

Allo stesso tempo, la Casa Bianca incoraggia lo sviluppo di modelli open-source e open-weight, considerati strategici sia per le startup che per la ricerca accademica. Questi strumenti dovrebbero diventare, secondo il piano, il punto di riferimento per l’intera comunità scientifica occidentale.

Nel piano si riconosce inoltre l’importanza dell’AI-enabled science, ovvero l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per accelerare le scoperte in ambiti come chimica, biologia e neuroscienze. Gli Stati Uniti intendono creare dataset scientifici di livello mondiale e infrastrutture cloud dedicate alla ricerca, anche attraverso la collaborazione pubblico-privato con le grandi aziende tecnologiche.

Sul fronte sociale e occupazionale, l’Action Plan presenta un’agenda definita “worker-first”: la Casa Bianca promette di sostenere la riqualificazione dei lavoratori e di integrare la formazione in AI nei programmi scolastici e tecnici.

Le imprese potranno usufruire di incentivi fiscali per la formazione dei dipendenti in ambito digitale e per la creazione di nuovi percorsi di apprendistato legati alle professioni dell’AI.

AI Action Plan

Costruire l’infrastruttura dell’AI americana

Il secondo pilastro affronta una delle priorità strutturali dell’amministrazione: la costruzione di un’infrastruttura fisica e digitale capace di sostenere la crescita dell’AI.
Il documento evidenzia la necessità di nuovi data center, impianti di produzione di semiconduttori, reti elettriche potenziate e un sistema energetico più stabile. “L’America deve tornare a costruire, rapidamente e su larga scala”, si legge nel testo.
Per favorire la costruzione di questa rete, il piano propone semplificazioni delle procedure ambientali e dei permessi di costruzione, oltre a nuove esenzioni nel quadro del National Environmental Policy Act.

Particolare enfasi viene posta sulla rinascita della produzione di chip negli Stati Uniti, definita una “missione strategica nazionale”. Il Dipartimento del Commercio dovrà rivedere i programmi di finanziamento Chips per eliminare vincoli non produttivi e concentrare gli investimenti su progetti ad alto ritorno economico.
In parallelo, la Casa Bianca prevede di formare una nuova forza lavoro dedicata alla costruzione e manutenzione delle infrastrutture digitali – elettricisti, tecnici, ingegneri e operatori di rete – tramite programmi di apprendistato federali e statali.

Attenzione alla cybersecurity

L’Action Plan include anche un capitolo sulla cybersecurity delle infrastrutture critiche. Verrà istituito un AI Information Sharing and Analysis Center (AI-ISAC) per coordinare la condivisione delle informazioni su minacce e vulnerabilità, con l’obiettivo di garantire che le reti energetiche e digitali restino protette da attacchi di attori statali e criminali.

Diplomazia e sicurezza internazionale

Il terzo pilastro si concentra sulla dimensione geopolitica e industriale dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo è esportare l’intero ecosistema tecnologico americano – hardware, software, modelli e standard – ai Paesi alleati, creando una “AI Alliance” che fissi le regole del gioco a livello globale.
Parallelamente, il piano mira a contrastare l’influenza cinese negli organismi internazionali dedicati alla governance dell’AI e delle telecomunicazioni, sostenendo un approccio regolatorio “pro-innovazione” e contrario a codici di condotta considerati troppo restrittivi.

Sul fronte della sicurezza nazionale, il documento annuncia un rafforzamento dei controlli sulle esportazioni di semiconduttori e tecnologie di calcolo avanzate, insieme a nuove misure per prevenire la fuga di tecnologie sensibili verso Paesi rivali.
Il governo americano si impegna inoltre a valutare costantemente i rischi legati ai modelli di frontiera, soprattutto in relazione al possibile uso malevolo dell’AI in ambiti come il bioterrorismo, la produzione di armi chimiche e gli attacchi informatici.
Un’attenzione specifica è dedicata alla bio-sicurezza: tutte le istituzioni che ricevono fondi federali dovranno utilizzare strumenti di sintesi genetica con protocolli di controllo avanzati, al fine di evitare abusi da parte di soggetti non autorizzati.

Una visione economica e strategica dell’AI

Il tono generale del documento riflette un approccio nazionalista e competitivo alla tecnologia, centrato sull’idea che l’intelligenza artificiale sia non solo un motore di crescita economica, ma anche una questione di sicurezza nazionale.
Il piano insiste sulla difesa della proprietà intellettuale americana, sulla necessità di monitorare le attività straniere nel campo dell’AI e sulla creazione di una rete di alleanze tecnologiche per contrastare l’espansione di modelli alternativi di governance digitale.

Al tempo stesso, l’Action Plan rappresenta un manifesto politico: riafferma il ruolo del settore privato come motore dell’innovazione, respinge regolamentazioni ritenute “paralizzanti” e propone una visione dell’intelligenza artificiale come strumento di prosperità e potere nazionale.

“L’AI segnerà un’epoca di rinascita industriale, informativa e culturale”, si legge nelle conclusioni. “È un’opportunità storica, e sta agli Stati Uniti decidere se coglierla o lasciarla sfuggire.”

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