Negli ultimi due anni ChatGPT è passata dall’essere uno strumento di esplorazione individuale a un nodo centrale della trasformazione tecnologica. L’introduzione delle app interne alla chat rappresenta un punto di svolta: non parliamo più di un modello che genera testo, ma di un ambiente in cui i servizi si connettono, dialogano e operano insieme all’utente.
OpenAI ha scelto di trasformare il linguaggio naturale nella nuova interfaccia del computing. Non c’è più un sistema da imparare o un menu da navigare: l’interazione avviene in forma diretta, in linguaggio umano. In questa scelta si intravede il cambio di paradigma che definisce l’evoluzione dell’AI da prodotto a piattaforma.
In termini di strategia, questo sposta il baricentro competitivo. ChatGPT non è più solo un modello generativo, ma una struttura che abilita altri modelli e servizi a operare nel suo contesto. È un passaggio simile a quello che, anni fa, trasformò i sistemi operativi mobili in marketplace. Solo che qui non si scaricano applicazioni: si attivano funzioni intelligenti all’interno della conversazione.
Indice degli argomenti:
Le app conversazionali come nuovo punto d’accesso
Le nuove app introdotte da OpenAI non si installano né si aprono. Si richiamano nel momento in cui servono. È un’idea semplice ma radicale: ogni applicazione vive dentro ChatGPT e risponde al contesto. Se l’utente scrive “Spotify, prepara una playlist per la mia corsa di domani” o “Canva, trasformami questa bozza in slide”, il sistema individua l’app giusta e la integra nella conversazione.
Il collegamento è reso possibile dal Model Context Protocol, un linguaggio comune che permette al modello di dialogare con fonti esterne e backend aziendali. In pratica, un canale standard che consente a ChatGPT di attingere a dati proprietari o a funzioni aziendali in tempo reale, mantenendo la continuità del dialogo.
Questo approccio elimina le barriere tra software e contesto d’uso. L’utente non deve più passare da un’applicazione all’altra: è la piattaforma a raggiungerlo nel flusso della conversazione. È un modo diverso di intendere l’interfaccia, che riduce l’attrito e aumenta il valore percepito di ogni interazione.
ChatGPT App SDK: un nuovo modello di piattaforma per l’economia cognitiva
Con l’App SDK, OpenAI mette nelle mani di sviluppatori e imprese uno strumento aperto per costruire applicazioni conversazionali basate sul MCP. È una mossa che allarga l’orizzonte economico: da piattaforma di consumo a infrastruttura produttiva.
Il vantaggio competitivo è evidente. Gli sviluppatori possono raggiungere una base di oltre 800 milioni di utenti senza dover creare un prodotto autonomo, mentre le aziende possono portare la propria esperienza direttamente all’interno dell’ambiente ChatGPT, trasformando servizi e dati in funzioni interattive.
Non è solo un nuovo canale: è un nuovo modo di distribuire valore. Le interfacce scompaiono, i brand diventano estensioni conversazionali e l’AI assume il ruolo di mediatore tra utente e organizzazione.
Questo modello apre una riflessione anche per chi opera nel software-as-a-service. Se ChatGPT diventa il punto di accesso a molteplici servizi, le imprese dovranno ridefinire il proprio posizionamento e i propri modelli di ricavo. La differenza non sarà più tra chi offre un servizio e chi lo usa, ma tra chi sa progettare esperienze intelligenti e chi resta ancorato ai paradigmi precedenti.
Dall’app economy all’agente economy
L’idea di OpenAI non è semplicemente ampliare le funzioni di ChatGPT, ma introdurre un nuovo livello di automazione cognitiva. Le app sono il primo passo verso un’economia costruita su agenti che percepiscono, interpretano e agiscono nel contesto.
Il nuovo Agentic Commerce Protocol, annunciato per i prossimi mesi, va in questa direzione: consentirà di effettuare pagamenti e microtransazioni direttamente all’interno delle conversazioni. In prospettiva, l’AI potrà gestire processi d’acquisto, assistenza e fidelizzazione senza mai uscire dal dialogo.
Il valore economico si sposterà quindi dal prodotto all’esperienza contestuale. Ogni interazione diventa un’occasione di business, ogni agente una componente autonoma del ciclo di valore.
Per le aziende, questo richiede una revisione dei processi di marketing, vendita e relazione con il cliente: la prossima competizione non si giocherà sull’interfaccia, ma sulla capacità di orchestrare agenti coerenti con l’identità di marca e con gli obiettivi di business.
Ecosistemi, vantaggi e nuove dipendenze
L’espansione dell’ecosistema di ChatGPT genera un effetto a rete che amplifica il valore per tutti gli attori coinvolti. Ogni nuova app o integrazione aumenta la ricchezza del contesto e, di conseguenza, la dipendenza dall’infrastruttura che lo ospita.
Per le aziende, entrare in un ambiente che concentra milioni di interazioni e dati rappresenta un’opportunità, ma anche una sfida. Il vantaggio competitivo si gioca su due fronti: da un lato l’accesso a un pubblico globale e a un’interfaccia unificata; dall’altro la perdita di controllo diretto su esperienza e relazione.
Chi saprà costruire agenti e applicazioni capaci di generare valore dentro questo ecosistema potrà guadagnare posizione e visibilità. Chi si limiterà a replicare modelli esistenti rischia invece di dipendere da un’infrastruttura che detta tempi, regole e priorità.
Il lock-in non è più tecnologico, ma cognitivo: risiede nella capacità di personalizzare e contestualizzare le interazioni. È qui che si gioca il vero vantaggio competitivo del futuro.
Verso l’impresa conversazionale
Con questa evoluzione, ChatGPT si prepara a diventare un layer applicativo capace di interfacciarsi con sistemi aziendali complessi come CRM, ERP e piattaforme di knowledge management. Ogni organizzazione potrà sviluppare app o agenti su misura per gestire funzioni specifiche.
- Nel marketing, gli agenti potranno generare insight e automatizzare strategie di contenuto.
- Nelle risorse umane, assistere i candidati e gestire la formazione interna.
- Nelle operation, monitorare dati, flussi e anomalie in tempo reale.
È l’avvio dell’impresa conversazionale: un modello in cui l’AI si integra nei processi, diventa parte della struttura organizzativa e contribuisce in modo attivo alle decisioni.
Non è solo una questione tecnologica ma di design dei processi e di cultura aziendale. Le organizzazioni che sapranno combinare queste dimensioni saranno quelle in grado di trasformare la conversazione in valore operativo.
Scenari e takeaway
Con l’introduzione delle app e dell’SDK, OpenAI consolida il suo ruolo come piattaforma cardine della nuova economia cognitiva. L’attenzione non è più sulla potenza del modello, ma sulla capacità di costruire ecosistemi che generano valore nel tempo.
Tre indicazioni emergono da questa fase di transizione:
- La conversazione è la nuova interfaccia. Parlare con un sistema sostituisce l’azione manuale e semplifica l’accesso ai servizi.
- Il vantaggio competitivo è nell’orchestrazione. Non basta integrare l’AI: serve progettare come interagisce con i processi e con le persone.
- L’economia degli agenti è il nuovo terreno di competizione. Le aziende che la interpreteranno come infrastruttura strategica potranno costruire modelli di business più adattivi e scalabili.
ChatGPT non è più un assistente. È il primo esempio concreto di piattaforma cognitiva su cui si svilupperanno le prossime generazioni di servizi, applicazioni e modelli economici basati sull’intelligenza artificiale.
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Firma: di Fabio Lalli






