Nel 2025 il Cloud italiano tocca quota 8,13 miliardi di euro (+20% rispetto al 2024), secondo l’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano. Il convegno “Cloud tra Intelligenza Artificiale e Sovranità: strategie e politiche industriali per un nuovo ecosistema digitale”, organizzato dal Politecnico di Milano ha fatto emergere il Cloud come catalizzatore di competitività e resilienza per l’economia europea.
Indice degli argomenti:
AI e sovranità digitale, i motori della crescita
A guidare la crescita sono due forze principali: l’intelligenza artificiale, sempre più diffusa come leva d’innovazione, e la sovranità digitale, divenuta priorità strategica per imprese e istituzioni.

Boom del Private Cloud e nuove offerte sovrane
Il segmento del Private Cloud cresce del 23%, riflettendo la necessità di maggiore controllo e sicurezza sui dati. Emergono offerte di Cloud sovrano, presentate sia da provider nazionali sia da player internazionali, pensate per garantire trasparenza, compliance normativa e localizzazione dei dati in Europa.

Europa: dipendenza dagli hyperscaler e limiti locali

Il mercato europeo del Cloud raggiunge 112 miliardi di dollari (+20% sul 2024). Tuttavia, “Quasi il 90% del mercato Cloud in Europa è in mano ai grandi hyperscaler statunitensi e a provider non europei,” afferma Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation. Una concentrazione che solleva interrogativi sulla capacità del continente di garantire autonomia tecnologica.
Il nodo competitivo e le sfide dei provider UE
Il tema della sovranità digitale non è solo geopolitico ma anche industriale. Servono politiche comuni, filiere digitali continentali e partnership con i grandi attori globali. Intanto, il 54% delle grandi organizzazioni europee segnala come critici i limiti dei provider continentali, troppo lenti nell’innovazione e nell’aggiornamento delle proprie piattaforme.

Cloud come piattaforma abilitante dell’AI
Nonostante le tensioni geopolitiche e le nuove regole stringenti, il Cloud rimane la piattaforma abilitante per l’innovazione digitale.
“Intelligenza artificiale e Cloud sono inseparabili”
“L’intelligenza artificiale e il Cloud sono inseparabili. La nuvola è il motore che rende possibile l’AI, ma per coglierne i benefici le imprese devono imparare a coniugare innovazione e governance dei dati, superando i limiti legati a competenze e sicurezza che ancora oggi rappresentano un ostacolo” – afferma Mariano Corso, responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano – ”Permane un vuoto di governance preoccupante: il 59% delle organizzazioni non ha ancora introdotto policy per contrastare la perdita o l’uso improprio di informazioni sensibili da parte dei dipendenti che utilizzano strumenti di AI Generativa”.
I nuovi risultati, presentati nel corso del convegno “Cloud tra Intelligenza Artificiale e Sovranità: strategie e politiche industriali per un nuovo ecosistema digitale”, rafforzano il ruolo del Cloud quale pilastro dell’innovazione e infrastruttura strategica per la competitività del Paese.

“La sovranità digitale non può più essere considerata un tema marginale o confinato alla sfera normativa: è oggi un fattore determinante nelle scelte tecnologiche delle imprese e nella loro capacità di competere sui mercati. Le aziende non si limitano più a richiedere protezione, ma esigono certezze sulla localizzazione dei dati, chiarezza nelle responsabilità operative e garanzie di piena aderenza regolatoria. L’evoluzione fotografata dall’Osservatorio lo dimostra chiaramente: il Private Cloud registra una crescita del +23%, attestandosi a 1,39 miliardi di euro, spinta proprio dall’esigenza di maggior controllo e dal progressivo consolidarsi delle soluzioni di Cloud sovrano” – sottolinea Massimo Bandinelli, marketing manager di Aruba Cloud, a margine della presentazione dei risultati della sedicesima edizione dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano.
“I risultati della nuova ricerca dell’Osservatorio confermano quanto sia ormai imprescindibile proporre servizi sovereign-by-design. Un approccio di questo tipo non è solo un requisito tecnico, ma diventa un vero fattore competitivo per le aziende: abilita le scelte strategiche future, genera valore concreto per l’impresa e per i suoi clienti, e consente di scalare, estendere l’infrastruttura e adeguarsi rapidamente a nuovi requisiti normativi. In altre parole, permette di evolvere con agilità quando le esigenze cambiano”, aggiunge Bandinelli.
Parallelamente, i dati dell’Osservatorio segnalano un rafforzamento dell’attenzione verso la sicurezza e la conformità normativa: il 72% delle imprese ha avviato progetti di cybersecurity e gestione dei rischi informatici, mentre il 39% ha concentrato i propri sforzi sull’adeguamento alle nuove direttive europee, tra cui NIS2, DORA e AI Act.
In crescita progetti di Cloud repatriation
Infine, il report evidenzia un trend sempre più marcato: il 35% delle organizzazioni dichiara di valutare progetti di Cloud repatriation, in crescita rispetto al 20% del 2024.
“La Cloud repatriation rappresenta un’evoluzione verso una maggiore personalizzazione del servizio che rispecchia i principi di sovranità: non esiste un modello unico, ma la necessità di adattare le architetture IT agli obiettivi concreti di ciascuna organizzazione. Significa sviluppare soluzioni su misura, che possono tradursi nel riportare i workload in un Private Cloud dedicato oppure nell’integrare modelli ibridi con ambienti pubblici. L’approccio giusto è quello che assicura sovranità, e quindi controllo, performance e sostenibilità economica nel tempo” – conclude Bandinelli.






