Penske Media Corporation (PMC), proprietario di testate come Rolling Stone, Billboard e Variety, ha intentato una causa federale a Washington D.C. contro Google e la sua casa madre Alphabet. L’accusa: Google starebbe usando i contenuti giornalistici di Penske nei suoi sommari generati da intelligenza artificiale, detti AI Overviews, senza compenso, causando una forte caduta del traffico verso i siti originali.

Indice degli argomenti:
Cosa sono gli “AI Overviews” e come funzionano
- Gli AI Overviews sono brevi riepiloghi generati automaticamente che Google mostra in cima ai risultati di ricerca, prima dei tradizionali link ai siti web.
- Tali sommari includono link alle fonti, ma secondo Penske molti utenti non trovano più necessario cliccare perché l’informazione essenziale è già fornita nell’overview.
Le richieste di Penske (Rolling Stone) a Google: cosa contesta e cosa chiede
Penske fa le seguenti contestazioni:
- Gli Overviews sottraggono traffico ai propri siti, riducendo così ricavi da pubblicità e da affiliazioni. PMC sostiene che i ricavi tramite link affiliati siano calati di più di un terzo alla fine del 2024.
- Google sarebbe in posizione dominante (circa il 90% del mercato della ricerca negli USA), e userebbe questo potere per costringere i publisher a lasciare che il loro materiale sia usato negli AI Overviews, altrimenti rischierebbero di non apparire nei risultati di ricerca.
Penske vuole che il tribunale ordini una inibizione permanente dell’uso illecito di tali feature, più un risarcimento economico non ancora quantificato.
Il contesto più ampio
- Altri editori e aziende hanno già fatto cause simili: ad esempio Chegg negli USA ha citato Google per gli Overviews.
- In Europa, l’Independent Publishers Alliance e altri gruppi di editori indipendenti hanno presentato reclami antitrust contro Google, sostenendo che i sommari AI danneggiano reddito, lettori e visibilità.
- Uno studio recente ha mostrato che in certi casi i siti perdono fino al 79% del traffico per alcune query quando il loro link compare sotto un Overview AI.
La posizione di Google
Google replica che:
- gli AI Overviews migliorano l’esperienza utente, rendendo più veloce l’accesso alle informazioni e permettendo la scoperta di contenuti da una più ampia varietà di siti.
- i click generati dai link nelle Overviews sarebbero “più di qualità”, cioè chi clicca spende più tempo sul sito.
Impatti e rischi per i media giornalistici
- Per editori come Penske, una perdita significativa di traffico significa calo nei ricavi da pubblicità, affiliazioni e potenzialmente anche dagli abbonamenti, se l’esposizione si riduce.
- C’è il rischio che il modello di business basato sul traffico da motori di ricerca diventi sempre meno sostenibile, specialmente per chi non ha altri canali forti (es. abbonamenti diretti, membership).
- Se Google continua a non offrire compensi o accordi di licenza per l’uso del contenuto, potremmo assistere a una contrazione della varietà giornalistica online, con meno risorse per fare reportage originali.
L’equilibrio fra innovazione tecnologica e sostenibilità del giornalismo
La causa di Penske mette in luce una tensione cruciale nell’era digitale: l’equilibrio fra innovazione tecnologica e sostenibilità del giornalismo. Google non sta semplicemente evolvendo il motore di ricerca: sta trasformando radicalmente chi controlla la porta dell’informazione online.
Se da un lato migliorare l’accesso e la fruibilità è positivo per gli utenti, dall’altro c’è il rischio concreto che la “scorciatoia AI” diventi la norma, e che i contenuti originali – frutto di lavoro, risorse, verifica – vengano usati come materia prima gratuita. Se i publisher non vengono compensati, o non possono opt-out senza scomparire, stiamo guardando a un potenziale declino della qualità giornalistica, proprio mentre la fiducia nel media è già sotto pressione.
In breve: la causa non riguarda solo denaro, ma la salute futura del giornalismo. Sarebbe un errore vederla come battaglia fra “editori arrabbiati” e “giganti tech”, quanto piuttosto un momento decisivo per chiedersi quali regole vogliamo per l’ecosistema informativo nell’era dell’AI.






