Vodafone ha suscitato un certo scalpore in Germania con uno spot su TikTok in cui la presentatrice appare umana, ma diversi “segnali” lasciano sospettare il contrario: i capelli si muovono in modo innaturale, i nei svaniscono e le espressioni rientrano nella cosiddetta “valle dell’inquietudine”, cioè quella sensazione straniante che si prova davanti a una figura artificiale quasi realistica.
In risposta alle richieste di chiarimenti, l’azienda ha confidato di voler “testare diversi stili pubblicitari – questa volta con l’AI” e che “l’AI fa parte della vita quotidiana,” giustificando così l’esperimento.
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Un precedente significativo: lo spot “Rhythm of Life”
Non si tratta della prima incursione di Vodafone nel mondo dell’AI generativa. Lo spot “The Rhythm of Life”, diretto da Sebastian Strasser, è stato realizzato interamente con AI: nessun pixel reale, ma solo personaggi generati con strumenti come Midjourney, ComfyUI e Runway. Secondo il regista, la sfida principale è stata rendere “persone naturali” usando l’AI, generando brevi apparizioni senza dialogo e richiedendo centinaia di rendering per raggiungere l’espressione desiderata.
Si stima che la produzione AI abbia consentito risparmi tra il 30% e il 50% rispetto a una produzione tradizionale, con tempi simili.
Riduzione dei costi, efficienza, ma anche perplessità
I vantaggi sono evidenti: costi più bassi, meno vincoli logistici, nessuna necessità di viaggiare o gestire imprevisti come maltempo. Tuttavia, il pubblico percepisce una certa freddezza. In un sondaggio Ad Age, il 45% dei Gen Z intervistati si è dichiarato contrario all’uso dell’AI negli spot . Questo apre dibattiti su autenticità, impatto emotivo e limiti creativi dell’intelligenza artificiale.
Regole e trasparenza: l’AI deve essere esplicitata
In Germania e nell’UE, gli avatar e influencer virtuali sono soggetti alla normativa media: devono indicare chi è il responsabile del contenuto e distinguere chiaramente la pubblicità da contenuti editoriali. Benché non vi sia ancora un obbligo di dichiarare l’artificialità del volto, la trasparenza è consigliata: non farlo può causare senso di inganno nel pubblico.
La crescente presenza dell’AI in Vodafone
L’interesse di Vodafone per l’AI non si limita alla pubblicità. La Fondazione Vodafone ha lanciato la campagna “Me, Myself & AI”, rivolta ai giovani europei, con 60 video social per spiegare il funzionamento, i rischi e le opportunità dell’intelligenza artificiale, raggiungendo oltre 12 milioni di visualizzazioni. Inoltre, Vodafone Germany ha dotato il chatbot TOBi di voce e avatar realistico per interazioni digitali più umane e coinvolgenti.
Conclusioni
Vodafone si sta muovendo con audacia nel territorio dell’AI generativa, sperimentando con presentatrici artificiali prima su TikTok e poi su larga scala con spot totalmente creati da algoritmi. A fronte di vantaggi economici e operativi, emergono dubbi sulla percezione dei consumatori, sull’autenticità e su un quadro normativo che richiede sempre maggiore trasparenza.
Queste sperimentazioni segnano una fase determinante della nuova era pubblicitaria, dove il confine tra reale e digitale si fa sempre più labile.





