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Trasparenza sull’AI: prima bozza del Codice europeo per l’etichettatura dei contenuti



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La Commissione europea ha pubblicato la prima bozza del Codice di buone pratiche sulla trasparenza dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale. Il documento, frutto di un processo collaborativo, mira a supportare l’applicazione dell’AI Act, in particolare sull’obbligo di marcatura ed etichettatura dei contenuti artificiali e dei deep fake

Pubblicato il 18 dic 2025



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Il 17 dicembre 2025 segna una tappa chiave nell’attuazione dell’AI Act europeo. È stata infatti pubblicata la prima bozza del Codice di buone pratiche sulla trasparenza dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale, un documento pensato per guidare fornitori e utilizzatori di sistemi di AI nel rispetto degli obblighi previsti dall’articolo 50, paragrafi 2 e 4.


Un codice per rendere visibile l’intelligenza artificiale

Il Codice nasce con un obiettivo chiaro: rafforzare la trasparenza dei contenuti generati o manipolati dall’AI, come immagini, video, audio e testi, inclusi i deep fake. L’intento è contrastare i rischi di inganno e manipolazione dell’informazione, tutelando l’integrità dell’ecosistema informativo europeo.

La bozza rappresenta una base di lavoro aperta a ulteriori perfezionamenti ed è il risultato di un ampio sforzo collaborativo che ha coinvolto centinaia di esperti provenienti da industria, accademia, società civile e Stati membri.


Il ruolo dell’AI Office e la natura volontaria del Codice

Per facilitare il rispetto degli obblighi di trasparenza previsti dall’AI Act, l’AI Office ha avviato il processo di redazione del Codice, affidandolo a esperti indipendenti attraverso una procedura inclusiva e multi-stakeholder.

Se approvato dalla Commissione europea, il Codice diventerà uno strumento volontario a disposizione di fornitori e utilizzatori di sistemi di AI generativa per dimostrare la conformità agli obblighi di marcatura, rilevabilità ed etichettatura dei contenuti artificiali.


Due gruppi di lavoro, un unico obiettivo

La struttura del Codice riflette quella dell’articolo 50 dell’AI Act ed è organizzata attorno a due gruppi di lavoro principali.

Gruppo di lavoro 1 – Fornitori di sistemi di AI

Il primo gruppo si concentra sugli obblighi dei fornitori di sistemi di AI generativa, che dovranno garantire che:

  • I contenuti generati (audio, immagini, video, testi) siano marcati in formato leggibile dalle macchine e rilevabili come artificiali o manipolati.
  • Le soluzioni tecniche adottate siano efficaci, interoperabili, robuste e affidabili, tenendo conto dello stato dell’arte, dei costi e delle specificità dei diversi formati di contenuto.

Gruppo di lavoro 2 – Utilizzatori (deployers)

Il secondo gruppo riguarda gli obblighi di trasparenza per chi utilizza sistemi di AI generativa, chiamati a dichiarare:

  • La presenza di deep fake, ovvero contenuti artificiali che imitano persone, oggetti, luoghi o eventi reali.
  • La pubblicazione di testi generati o manipolati dall’AI su temi di interesse pubblico, salvo i casi sottoposti a revisione umana e responsabilità editoriale.

Entrambi i gruppi affrontano anche temi trasversali, come le informazioni da fornire agli utenti finali e la cooperazione lungo la catena del valore.


Un processo partecipativo e multilivello

Alla redazione del Codice partecipano soggetti selezionati tramite una call pubblica: sviluppatori di AI, esperti di tecniche di marcatura e rilevamento, associazioni di categoria, organizzazioni della società civile, accademici e grandi piattaforme online.

L’AI Office ha inoltre invitato osservatori europei e internazionali, che pur non rientrando nei criteri di ammissibilità, contribuiscono con competenze specialistiche e contributi scritti. Tutti i partecipanti sono coinvolti in sessioni plenarie, gruppi di lavoro e workshop tematici.


Verso l’entrata in vigore dell’AI Act

Il processo di stesura durerà complessivamente sette mesi, un arco temporale pensato per consentire a fornitori e utilizzatori di prepararsi all’entrata in vigore delle norme, prevista per agosto 2026.

In parallelo, la Commissione europea lavorerà a linee guida ufficiali per chiarire l’ambito degli obblighi legali e coprire gli aspetti non inclusi nel Codice.


Timeline ufficiale del Codice di buone pratiche

Settembre 2025

  • Consultazione per sviluppare linee guida e Codice di buone pratiche
  • Call per manifestazioni di interesse

Ottobre 2025

  • Verifica dei requisiti e selezione di presidenti e vicepresidenti

5 novembre 2025

  • Plenaria di avvio
  • Inizio del primo ciclo di redazione

17–18 novembre 2025

  • Prime riunioni dei gruppi di lavoro

17 dicembre 2025

  • Pubblicazione della prima bozza

12 e 14 gennaio 2026

  • Riunioni dei gruppi di lavoro
  • Avvio del secondo ciclo di redazione

21–22 gennaio 2026

  • Workshop dei gruppi di lavoro 1 e 2

Marzo 2026 (TBC)

  • Pubblicazione della seconda bozza
  • Avvio della fase finale di redazione

Aprile 2026 (TBC)

  • Riunioni dei gruppi di lavoro

Maggio–giugno 2026

  • Plenaria conclusiva
  • Pubblicazione del Codice finale di buone pratiche

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