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OpenAI diventa Public Benefit Corporation con Microsoft al 27%



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L’accordo prevede che Microsoft sostenga il consiglio di OpenAI nella formazione di una “public benefit corporation” (PBC) – una forma di impresa a scopo di lucro con un mandato etico e sociale – e in una ricapitalizzazione. Al vertice una fondazione non profit, che deterrà il 26% del capitale. Microsoft manterrà diritti esclusivi su prodotti e ricavi fino al 2032

Pubblicato il 29 ott 2025



Microsoft OpenAI

Dopo mesi di negoziazioni, OpenAI ha annunciato la nascita della sua nuova struttura societaria: un modello ibrido che unisce missione filantropica e finalità di lucro.
La società che ha dato vita a ChatGPT diventa ufficialmente una Public Benefit Corporation (PBC), una forma di impresa a scopo di lucro con un mandato etico e sociale.

Al vertice del nuovo assetto ci sarà la OpenAI Foundation, una fondazione non profit che controllerà la società “for-profit” e deterrà circa il 26% del capitale. La fondazione, guidata da Bret Taylor, investirà i profitti in due direzioni principali: la ricerca sanitaria — con particolare attenzione a diagnosi e cure – e progetti per mitigare gli impatti negativi dell’intelligenza artificiale.


Il ruolo di Microsoft: partner e azionista di peso

Ma il vero protagonista economico di questa trasformazione resta Microsoft, da anni principale alleato e investitore di OpenAI. Il gruppo di Redmond, che ha fornito alla startup la propria potenza di calcolo attraverso Azure, detiene ora una quota del 27% di OpenAI Group PBC, del valore stimato di 135 miliardi di dollari.

Questa posizione conferma Microsoft come primo azionista e partner strategico, ma anche come interlocutore critico nel processo di ricapitalizzazione. Secondo fonti vicine al dossier, la multinazionale avrebbe inizialmente espresso perplessità sul rischio di perdere i privilegi acquisiti grazie al sostegno iniziale a ChatGPT e all’uso esclusivo delle sue API su Azure.

Alla fine, l’accordo raggiunto tra le due parti prevede che Microsoft mantenga l’accesso esclusivo ai prodotti OpenAI fino al 2032, insieme a una quota del 20% dei ricavi generati dai modelli sviluppati dall’azienda.


Una governance in equilibrio tra etica e profitto

La ricapitalizzazione consente a OpenAI di consolidare le proprie risorse finanziarie – valutate complessivamente oltre 500 miliardi di dollari secondo Reuters – e di riorganizzare la governance attorno a un equilibrio tra crescita economica e responsabilità sociale.

La fondazione controllerà le decisioni strategiche e reinvestirà i guadagni in progetti a beneficio pubblico, mentre la società commerciale continuerà a sviluppare e distribuire prodotti come ChatGPT e gli altri modelli linguistici di frontiera.

Questa struttura “a doppio binario” mira a garantire che l’avanzamento dell’intelligenza artificiale resti coerente con la missione originaria di OpenAI: “assicurare che l’AGI porti benefici a tutta l’umanità”.


Il futuro dell’AI secondo OpenAI

Con la nuova forma societaria, OpenAI punta a un’espansione globale più sostenuta e a una maggiore autonomia finanziaria, senza rinunciare all’impegno etico.
La fondazione ha già annunciato un piano d’investimenti da 25 miliardi di dollari per sostenere la ricerca medica e la resilienza dell’IA, costruendo infrastrutture di sicurezza simili a quelle sviluppate per la cybersicurezza in epoca Internet.

Come ha dichiarato Bret Taylor, presidente del board di OpenAI: “Crediamo che la tecnologia più potente del mondo debba essere sviluppata in modo da riflettere gli interessi collettivi dell’umanità.”

La sfida ora sarà tradurre questa visione in pratica, mantenendo il delicato equilibrio tra il potere economico di Microsoft, la missione della fondazione e la corsa globale verso l’intelligenza artificiale generale.


La riorganizzazione di OpenAI Public Benefit Corporation (PBC) significa che non è più solo una no-profit. Vengono ridefiniti diritti di proprietà intellettuale, accessi esclusivi e nuovi margini di indipendenza per entrambe le aziende, con un occhio sull’avvento dell’AGI.

La lunga collaborazione fra Microsoft e OpenAI

Dal 2019 Microsoft e OpenAI hanno condiviso l’obiettivo di “far progredire l’intelligenza artificiale in modo responsabile e rendere i suoi benefici ampiamente accessibili”.
Ciò che all’inizio era un investimento in un’organizzazione di ricerca si è trasformato “in una delle partnership più riuscite nel nostro settore”, si legge nel blog ufficiale di Microsoft. In questo nuovo accordo definito, le due aziende consolidano le basi poste in questi anni, rafforzando la collaborazione e preparandosi a un successo a lungo termine.


Struttura dell’accordo e cambiamenti chiave

L’accordo prevede che Microsoft sostenga il consiglio di OpenAI nella formazione di una “public benefit corporation” (PBC) e in una ricapitalizzazione.
Dopo la ricapitalizzazione, Microsoft deterrà un investimento in OpenAI Group PBC valutato circa 135 miliardi di dollari, corrispondente a circa il 27% in base diluita “as-converted” (inclusi dipendenti, investitori e la OpenAI Foundation).
Escludendo l’impatto dei recenti round di finanziamento di OpenAI, Microsoft deteneva una partecipazione del 32,5 % nella OpenAI for-profit.


Diritti, accessi esclusivi e nuove libertà

L’accordo mantiene alcuni elementi chiave della collaborazione storica: OpenAI rimane “frontier model partner” di Microsoft e Microsoft continua ad avere diritti esclusivi di proprietà intellettuale (IP) e l’esclusiva API su Azure fino all’avvento della AGI.
Tuttavia, sono introdotte modifiche significative, che includono:

  • Una dichiarazione dell’arrivo della AGI da parte di OpenAI dovrà essere verificata da un “independent expert panel”.
  • I diritti IP di Microsoft sui modelli e prodotti sono estesi fino al 2032 e ora includono anche modelli post-AGI, con adeguate garanzie di sicurezza.
  • I diritti IP di Microsoft alla “research” – cioè i metodi riservati usati nello sviluppo di modelli e sistemi – resteranno fino a quando il panel verificherà la AGI o fino al 2030, a seconda di quale evento si verificherà per primo. Oltre questo, tali diritti non includono l’architettura del modello, i pesi, codice di inferenza, finetuning, e ogni IP legato all’hardware e software del data-centre; Microsoft mantiene invece tali diritti non-research.
  • I diritti IP di Microsoft escludono ora l’hardware consumer di OpenAI.
  • OpenAI ora può sviluppare congiuntamente alcuni prodotti con terze parti; i prodotti API sviluppati con terze parti saranno esclusivi per Azure, mentre i prodotti non-API possono essere offerti su qualsiasi provider cloud.
  • Microsoft può ora perseguire l’AGI da sola o in partnership con terze parti.
  • Se Microsoft usa IP di OpenAI per sviluppare AGI prima che questa venga dichiarata, i modelli saranno soggetti a soglie di calcolo (“compute thresholds”) – soglie significativamente più elevate rispetto ai sistemi usati oggi per allenare modelli leader.
  • L’accordo di compartecipazione ai ricavi rimane fino alla verifica della AGI da parte del panel, anche se i pagamenti verranno distribuiti in un periodo più lungo.
  • OpenAI si è impegnata all’acquisto incrementale di 250 miliardi di dollari di servizi Azure, e Microsoft non avrà più il diritto di prelazione (“right of first refusal”) come fornitore di calcolo per OpenAI.
  • OpenAI potrà fornire accesso API a clienti della sicurezza nazionale USA (U.S. government national security customers) indipendentemente dal provider cloud.
  • OpenAI è ora autorizzata a rilasciare modelli “open weight” che soddisfino criteri di capacità. (Fonte: Blog Microsoft)

Le implicazioni strategiche

Questa nuova struttura segnala che entrambe le aziende vogliono muoversi con maggiore indipendenza pur restando interconnesse:

Microsoft rafforza la propria posizione nell’ecosistema AI con un partner di punta, mentre OpenAI guadagna margini maggiori di libertà nelle collaborazioni e nell’infrastruttura.
Ad esempio, i termini permettono a OpenAI di potenzialmente lavorare con altri cloud provider o partner per alcuni prodotti, e consentono anche a Microsoft di esplorare strade autonome o con terzi per l’AGI.
Allo stesso tempo, i termini di esclusività fino al 2032 e la verifica esterna per l’AGI costituiscono un doppio meccanismo di stabilità e controllo: Microsoft preserva privilegi sull’accesso alle tecnologie frontier, mentre la supervisione da parte di un panel esperto introduce un elemento di governance più solido.
Dal punto di vista di mercato e infrastruttura, l’impegno di OpenAI ad acquistare 250 miliardi di dollari in servizi Azure sottolinea l’intenzione di scala massiva e di continuità nel lungo termine nell’ecosistema Microsoft.


Perché questo accordo è importante

  • Per l’industria dell’AI: definisce un modello di partnership a lungo termine tra giant tech e startup innovative, bilanciando esclusività e apertura, stabilità e agilità.
  • Per i provider cloud e concorrenti: la ristrutturazione apporta chiarezza sui ruoli di Microsoft e OpenAI – ad esempio, il rafforzamento dei diritti di Microsoft fino al 2032 rafforza Azure come piattaforma privilegiata per l’accesso ai modelli più avanzati.
  • Per la governance etica dell’AI: l’introduzione di un panel indipendente per la verifica dell’AGI segnala una fase in cui non solo lo sviluppo tecnico conta, ma anche il “quando” e “come” viene dichiarata l’AGI richiedono trasparenza e controllo.
  • Per aziende e utenti: la mossa apre potenzialmente a maggiori opportunità di utilizzo delle tecnologie AI su scala aziendale, con nuove offerte, modelli e infrastrutture che potrebbero derivare da queste evoluzioni.

Uno sguardo sul futuro

Con questa intesa, Microsoft e OpenAI dichiarano di essere “in una posizione più che mai migliore per continuare a realizzare prodotti eccellenti che soddisfano le esigenze del mondo reale e creano nuove opportunità per tutti e per ogni azienda.”
Resta però da vedere come si evolverà il percorso verso la AGI, quali terze parti entreranno nel perimetro di sviluppo e come verranno implementati i nuovi modelli “open weight”.
Inoltre, la governance e il rispetto degli impegni etici/promessi sull’AI rimangono sotto osservazione: la struttura PBC e le clausole di verifica rivolte all’AGI sono passi significativi, ma dovranno tradursi in pratiche concrete per mantenere la fiducia di investitori, partner e pubblico.

OpenAI ha completato la propria ricapitalizzazione: la visione di Bret Taylor

“OpenAI ha completato la propria ricapitalizzazione, semplificando la sua struttura societaria”, scrive Bret Taylor, presidente del consiglio di amministrazione di OpenAI nel blog ufficiale dall’azienda


“L’organizzazione non profit mantiene il controllo sulla società for-profit e ora dispone di un accesso diretto a risorse significative, in vista dell’arrivo dell’intelligenza artificiale generale (AGI)”, prosegue Taylor. “La fondazione non profit, ora chiamata OpenAI Foundation, detiene una quota di capitale nella società for-profit valutata circa 130 miliardi di dollari, rendendola una delle organizzazioni filantropiche meglio finanziate di sempre. La ricapitalizzazione prevede inoltre che la Fondazione ottenga ulteriori quote di proprietà man mano che la società for-profit raggiunge determinati traguardi di valutazione”.

Taylor aggiunge poi che “la missione di OpenAI – garantire che l’AGI porti benefici a tutta l’umanità – sarà perseguita sia attraverso l’attività aziendale sia tramite la Fondazione. In altre parole, più OpenAI avrà successo come impresa, maggiore sarà il valore della partecipazione della non profit, che potrà così finanziare il proprio lavoro filantropico”.


Due priorità per un impegno da 25 miliardi di dollari

La OpenAI Foundation inizierà la sua attività con un impegno finanziario di 25 miliardi di dollari, concentrato su due aree principali:

  1. Salute e cura delle malattie
    La Fondazione finanzierà progetti volti ad accelerare le scoperte mediche, in modo che tutti possano beneficiare di diagnosi più rapide, trattamenti migliori e cure più efficaci. Tra le prime iniziative ci saranno la creazione di dataset sanitari open source sviluppati in modo responsabile e il finanziamento diretto di ricercatori.
  2. Soluzioni tecniche per la resilienza dell’AI
    Così come Internet ha richiesto la costruzione di un intero ecosistema di cybersicurezza – a protezione di reti elettriche, ospedali, banche, governi, aziende e cittadini – oggi serve un’infrastruttura analoga per l’AI. La Fondazione investirà in soluzioni tecniche pratiche per la resilienza dell’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di massimizzarne i benefici e ridurne i rischi.

Questo nuovo impegno si aggiunge al People-First AI Fund da 50 milioni di dollari e segue le raccomandazioni della Nonprofit Commission.


La missione al centro

Fondata nel 2015 come organizzazione non profit, OpenAI ha sempre avuto un’unica missione: assicurare che l’intelligenza artificiale generale benefici l’intera umanità. Oggi, quella missione rimane immutata.

La OpenAI Foundation controlla la società for-profit, creata nel 2019, mantenendo così la missione al centro del modello di governance. La società for-profit è ora una Public Benefit Corporation (PBC), denominata OpenAI Group PBC, che condivide la stessa missione della Fondazione: garantire che l’impatto etico e il successo commerciale procedano di pari passo.

Secondo Taylor, questa ricapitalizzazione “mantiene la più forte rappresentanza di governance orientata alla missione oggi presente nel settore”.


Un percorso di trasparenza e collaborazione istituzionale

Il processo di ricapitalizzazione si è concluso dopo quasi un anno di dialogo costruttivo con gli uffici dei Procuratori generali della California e del Delaware. A seguito di queste consultazioni, OpenAI ha introdotto diverse modifiche alla propria struttura, migliorando la trasparenza e il rispetto delle norme.
“Crediamo che OpenAI – e di conseguenza il pubblico che serviamo – ne tragga beneficio”, ha dichiarato Taylor.


I prossimi passi

La OpenAI Foundation e OpenAI Group PBC collaboreranno per affrontare le sfide e le opportunità poste dai progressi dell’intelligenza artificiale. Gli obiettivi includono:

  • rendere l’intelligenza una risorsa a disposizione di tutti;
  • costruire sistemi sicuri e allineati ai valori umani;
  • accelerare la scoperta scientifica;
  • rafforzare la cooperazione e la resilienza globale.

“Crediamo che la tecnologia più potente del mondo debba essere sviluppata in modo da riflettere gli interessi collettivi dell’umanità”, afferma Taylor.
La conclusione della ricapitalizzazione offre ora a OpenAI “la possibilità di continuare a spingere i confini dell’intelligenza artificiale, con una struttura aziendale aggiornata che garantisca che i progressi servano davvero tutti”, conclude il presidente del consiglio di amministrazione di OpenAI.


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