Il 6 agosto 2025, alla vigilia dell’annunciato lancio di GPT‑5, un gruppo di 2.700 firmatari – tra cui i premi Nobel Geoffrey Hinton, Oliver Hart, Sheldon Lee Glashow e il fisico italiano Giorgio Parisi – ha pubblicato una lettera aperta in cui sostiene che OpenAI stia decidendo “a porte chiuse” il futuro dell’umanità, senza consentire alla comunità di visionare o firmare i termini degli accordi in corso.
Indice degli argomenti:
I dubbi sul modello no‑profit
L’azienda, fondata come organizzazione no‑profit, avrebbe un impegno giuridico a “beneficiare l’umanità”. Tuttavia, i firmatari temono che una recente ristrutturazione aziendale possa indebolire queste salvaguardie originarie, favorendo interessi di profitto più che valori etici.
Le sette domande chiave dell’appello
Nel testo della lettera si elencano sette domande fondamentali rivolte a OpenAI:
- Rimarrà in vigore l’obbligo legale di privilegiare la missione benefica rispetto ai profitti?
- L’organizzazione non-profit manterrà il pieno controllo gestionale?
- Quali direttori non-profit riceveranno azioni nella nuova struttura?
- Verranno mantenuti i limiti di profitto e destinati eventuali guadagni eccedenti a beneficio dell’umanità?
- OpenAI intende commercializzare AGI invece di mantenerne il controllo no‑profit per il bene comune?
- Verranno rispettati i principi statutari, compreso l’impegno a collaborare con altri in caso di sviluppo responsabile di AGI?
- Verrà pubblicata la documentazione relativa alla ristrutturazione, incluse:
- L’accordo operativo di OpenAI Global, LLC, che esplicita obblighi e poteri verso la sua missione filantropica;
- Le stime degli utili oltre il tetto previsto, anche quelle condivise con investitori?
La posta in gioco
I firmatari sottolineano che le decisioni su governance, distribuzione dei profitti e responsabilità sociale di OpenAI non riguardano solo il destino aziendale. Si tratta di questioni che potrebbero modellare il futuro dell’intera società. Citano inoltre Sam Altman, CEO di OpenAI, che si è detto favorevole a una responsabilità verso l’umanità – un impegno che ora chiedono sia confermato da atti chiari e vincolanti.
Conclusioni
L’appello dei quattro Nobel e degli altri firmatari rappresenta un momento importante nel dibattito sull’intelligenza artificiale: trasparenza e responsabilità etica non sono optional, ma presupposti imprescindibili per un futuro in cui la tecnologia serva davvero il bene comune. La comunità scientifica, politica e civile attende risposte concrete da OpenAI per evitare che il timore di una governance opaca si trasformi in realtà.
La lettera originale e in versione integrale







