Il 90% delle organizzazioni del settore pubblico prevede di esplorare, testare o implementare soluzioni di intelligenza artificiale agentica nei prossimi due o tre anni. È quanto emerge dal nuovo report del Capgemini Research Institute, intitolato “Data foundations for government – From AI ambition to execution”. Lo studio internazionale rivela un crescente interesse delle amministrazioni verso questa tecnologia, considerata uno strumento per migliorare i processi decisionali, aumentare l’efficienza operativa e potenziare la qualità dei servizi ai cittadini.
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Due terzi delle organizzazioni pubbliche (64%) stanno già sperimentando o hanno iniziato a implementare soluzioni di intelligenza artificiale generativa (Gen AI)
Attualmente, due terzi delle organizzazioni pubbliche (64%) stanno già sperimentando o hanno iniziato a implementare soluzioni di intelligenza artificiale generativa (Gen AI). Il trend è particolarmente marcato in settori come la difesa (82%), la sanità (75%) e la sicurezza (70%). Inoltre, secondo il report, nei prossimi 2-3 anni il 39% degli enti intende valutare la fattibilità dell’AI agentica, il 45% avviare progetti pilota, mentre il 6% punta direttamente alla scalata dell’implementazione.

Un potenziale ostacolato dalla debolezza dei dati
Tuttavia, questo slancio si scontra con un ostacolo rilevante: la scarsa disponibilità e qualità dei dati. Solo il 21% delle organizzazioni del settore pubblico afferma di avere accesso ai dati necessari per addestrare e ottimizzare i modelli di AI. Il report mette in luce come la maturità delle infrastrutture dati e dei meccanismi di governance sia ancora insufficiente per abilitare una transizione efficace verso l’intelligenza artificiale su larga scala.
“In presenza di una crescente domanda da parte dei cittadini e a fronte di risorse economiche sempre più limitate, le organizzazioni del settore pubblico riconoscono che l’AI può aiutarle a fare di più risparmiando denaro. Tuttavia, la capacità di implementare la Gen AI e l’AI agentica dipende dalla disponibilità di solide infrastrutture di dati”, ha dichiarato Alberto Matassino, director public sector di Capgemini in Italia.
L’AI come leva per un’amministrazione più efficiente
Matassino evidenzia anche il potenziale trasformativo dell’AI per l’azione pubblica: “In prospettiva, i governi possono essere più agili ed efficaci poiché l’AI potenzia il lavoro dei dipendenti pubblici nell’acquisizione di informazioni, nell’analisi delle politiche, nel prendere decisioni e nel rispondere alle domande dei cittadini. Tuttavia, per raggiungere questo traguardo, le amministrazioni pubbliche devono concentrarsi sulla creazione di un’infrastruttura di dati e di strutture di governance adeguate”.

Fiducia e sicurezza: i principali ostacoli all’adozione
Nonostante l’interesse, le barriere alla diffusione dell’AI rimangono significative. I dirigenti pubblici identificano come principali freni la sicurezza dei dati (79%) e la mancanza di fiducia nei risultati generati dall’AI (74%). Queste preoccupazioni riflettono una crescente consapevolezza dei rischi legati all’uso della tecnologia in ambito pubblico e la necessità di approcci trasparenti, affidabili e responsabili.
Il report di Capgemini offre dunque uno spaccato chiaro: l’ambizione c’è, ma occorre colmare il gap infrastrutturale. La strada verso un’amministrazione pubblica potenziata dall’intelligenza artificiale passa inevitabilmente attraverso una solida base dati. Solo così sarà possibile trasformare l’AI agentica in un reale motore di innovazione per i servizi pubblici.
