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Data center e AI: l’Italia pronta a diventare hub europeo



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Il nuovo studio, realizzato con iX Consulting, fotografa una crescita senza precedenti della domanda di data center. Milano e Roma si posizionano come hub strategici grazie a stabilità, sostenibilità e accessibilità, mentre AI, energia e competenze ridefiniscono il mercato

Pubblicato il 11 set 2025



data center AI Italia

Il report The New Rules of Data Centre Growth: Not If, But How”, basato su oltre 3mila interviste a professionisti di 41 Paesi, mostra un settore europeo in piena espansione. La quasi totalità degli operatori si aspetta un aumento della domanda entro i prossimi dodici mesi, con nessuno che prevede un calo. La tendenza non riguarda solo i grandi sviluppatori: il 95% degli operatori di colocation – cioè i data center che affittano spazi e servizi ad altre aziende, evitando loro l’onere di costruire infrastrutture dedicate – e i provider di rete sta aumentando la propria capacità, segno di una trasformazione trasversale che tocca tutta la filiera.

In parallelo, le aziende corporate stanno cambiando approccio. Tre quarti di esse dichiarano di voler ridurre i propri data center interni, preferendo soluzioni esterne o ibride che garantiscano maggiore scalabilità, efficienza e riduzione dei rischi. Questo passaggio riflette un mercato più maturo, dove l’investimento diretto cede il passo a partnership con fornitori specializzati in infrastrutture critiche.

L’impatto dell’AI e la readiness

La crescita dell’intelligenza artificiale è il motore principale della domanda. Tuttavia, l’85% delle strutture esistenti non è ancora pronto a supportare i carichi di lavoro ad alta intensità tipici dell’AI. Solo il 14% delle organizzazioni utilizza l’AI su larga scala, mentre la maggior parte è ancora in fase di test. Questo divario rischia di rallentare l’adozione industriale, creando un collo di bottiglia tecnologico.

Nonostante le criticità, il 79% degli operatori segnala un aumento delle esigenze infrastrutturali legate all’AI. La pressione riguarda soprattutto la disponibilità di energia e sistemi di raffreddamento adeguati. Interessante notare che il 63% degli intervistati crede che l’AI stessa possa aiutare a gestire la complessità operativa, ad esempio automatizzando il monitoraggio e l’ottimizzazione dei consumi.

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La carenza di competenze e i suoi effetti

La mancanza di competenze specialistiche è uno dei maggiori ostacoli alla crescita. Il 97% degli operatori segnala difficoltà nel reperire figure come ingegneri, progettisti e responsabili di cantiere. Il problema non è proiettato nel futuro: è già qui e influenza la produttività quotidiana.

I dati mostrano conseguenze tangibili: l’81% registra costi del lavoro in aumento, il 73% segnala sovraccarico del personale e il 58% ha sperimentato ritardi nei progetti. La scarsità di competenze obbliga molte aziende a ricorrere all’outsourcing, aumentando la dipendenza da fornitori esterni e incidendo sulla velocità con cui si possono cogliere nuove opportunità.

Rack density e consumo energetico

Uno dei punti più tecnici riguarda la densità per rack, cioè la quantità di potenza elettrica che un singolo armadio server può erogare e gestire. Nei data center tradizionali si viaggia su valori medi di 3-6 kW per rack, ma il boom dell’AI sta alzando l’asticella: il 25% degli operatori prevede di arrivare già nel 2025 a 12–15 kW, mentre alcuni guardano oltre.

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Questa crescita comporta sfide enormi in termini di raffreddamento e distribuzione energetica. L’87% degli intervistati prevede un aumento dei consumi nei prossimi tre anni, con conseguente impatto sulla sostenibilità e sui costi operativi. Per rispondere, si stanno diffondendo soluzioni avanzate come il liquid cooling (raffreddamento a liquido), i sistemi a immersione e gli upgrade infrastrutturali di livello elettrico.

L’ascesa dei modelli ibridi

Il modello ibrido è ormai la strategia dominante. I grandi modelli AI vengono addestrati in data center centralizzati ad alta potenza, mentre l’inferenza – cioè l’uso pratico dei modelli – si sposta verso l’edge, vicino agli utenti e ai dispositivi. Questo consente risposte più veloci e riduzione della latenza.

Un approccio simile richiede infrastrutture capaci di gestire workload misti (addestramento e inferenza) e flussi continui di dati tra core ed edge. Gli operatori devono progettare ambienti altamente flessibili, in grado di bilanciare carichi diversi in tempo reale e garantire affidabilità sia nei campus centrali sia nelle postazioni periferiche.

Sostenibilità e opzione nucleare

La sostenibilità è diventata un fattore imprescindibile. Il 91% degli operatori prevede di ricavare almeno il 90% della propria energia da fonti rinnovabili entro il 2035. Non si tratta più solo di rispettare gli obiettivi ESG: per il 68% la spinta arriva da crisi globali come guerre e rialzi energetici, che hanno reso evidente l’urgenza di indipendenza e stabilità dei costi.

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Accanto alle rinnovabili, prende forma la “nuclear option”. Il 75% degli operatori supporta l’uso del nucleare come fonte energetica stabile e a basse emissioni. Tuttavia, il 70% ritiene che i reattori modulari (SMR) non saranno pronti in questo decennio e il 60% teme il peso dell’opinione pubblica. Il nucleare, quindi, viene visto più come soluzione di lungo periodo che come risposta immediata.

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Geopolitica e localizzazione

La geopolitica è oggi un criterio determinante. Il 61% degli operatori la considera un fattore chiave nella scelta della localizzazione di un data center, quasi il doppio rispetto alla precedente rilevazione. In un mondo caratterizzato da conflitti e instabilità delle catene di fornitura, la stabilità politica e sociale è diventata un asset.

Per questo l’Italia si trova in una posizione favorevole. Grazie alla stabilità istituzionale e alla crescente accessibilità di aree come Milano e Roma, il Paese può attrarre investimenti di lungo periodo. In un’Europa dove i mercati Tier 1 (come Londra o Francoforte) sono saturi, l’Italia rappresenta un approdo sicuro e competitivo.

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Best practice regionali

Il report mette in evidenza mercati europei che possono fungere da riferimento. I Paesi nordici si distinguono per abbondanza di energia rinnovabile e clima favorevole al raffreddamento naturale, elementi che li rendono benchmark di efficienza. La Spagna, grazie al solare, sta attirando hyperscaler a Madrid, diventando un hub emergente per l’Europa meridionale. L’Irlanda, spinta da vincoli normativi e pressione pubblica, sta accelerando la riduzione delle fonti fossili.

Questi modelli offrono spunti anche per l’Italia. L’adozione di strategie energetiche più aggressive e il sostegno a ecosistemi innovativi possono rafforzare la competitività nazionale, trasformando Milano e Roma in veri poli di riferimento digitale.

Le parole del CEO

Jim Hart, CEO di BCS Consultancy, sottolinea la necessità di un cambio di mentalità:

“Non possiamo risolvere i problemi di domani con i manuali di ieri. Innovazioni nel raffreddamento, principi di economia circolare e fonti rinnovabili definiranno i provider leader. La collaborazione con produttori di GPU, telco e cloud provider sarà decisiva per costruire ambienti AI-ready, resilienti e sostenibili”.

Il suo messaggio evidenzia un punto centrale: le infrastrutture non devono solo essere potenti, ma anche adattive e responsabili. La resilienza, insieme alla sostenibilità, diventa parte integrante della performance.

Conclusione: dal report all’azione

Il report si chiude con un invito a trasformare analisi e dati in azioni concrete. BCS Consultancy, che opera sull’intero ciclo di vita dei progetti di data center, utilities e advanced manufacturing, aiuta i clienti a passare dalla strategia all’implementazione, accompagnando gli operatori nelle sfide legate a AI, modelli ibridi e transizione energetica.

“Che si tratti di espandersi in nuove regioni, ripensare le infrastrutture per l’AI o navigare la complessità del modello ibrido, siamo pronti a supportare le organizzazioni”, conclude l’azienda. L’Italia, con Milano e Roma in prima linea e una forte spinta verso le rinnovabili, ha ora l’opportunità di diventare un hub centrale del futuro digitale europeo.

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