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AI Act, l’Europa accelera: consultazioni, sportelli e nuove regole per i modelli GPAI



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La Commissione europea avvia una consultazione pubblica sulle norme per i modelli di intelligenza artificiale di uso generale (GPAI) e apre una gara per uno sportello di assistenza dedicato all’AI Act. Sullo sfondo, tensioni transatlantiche, ritardi negli standard tecnici e controversie sul copyright

Pubblicato il 2 mag 2025



AI Act GPAI

La Commissione europea ha avviato una consultazione mirata per raccogliere opinioni da parte degli stakeholder sulle regole applicabili ai modelli di intelligenza artificiale di uso generale, noti come GPAI (General-Purpose AI). L’obiettivo dell’iniziativa è chiarire concetti chiave e risolvere questioni interpretative fondamentali legate al regolamento AI Act, in particolare per quanto riguarda le definizioni, le responsabilità dei fornitori e i requisiti di immissione sul mercato.

Le indicazioni fornite confluiranno in linee guida ufficiali che illustreranno il ruolo dell’AI Office nel supportare la conformità e spiegheranno come un Codice di condotta approvato possa rappresentare un benchmark regolatorio e al tempo stesso ridurre gli oneri amministrativi.

La consultazione è aperta fino al 22 maggio 2025 e coinvolge tutti i portatori di interesse: fornitori GPAI, sviluppatori downstream, società civile, accademici, esperti e autorità pubbliche. Sebbene non vincolanti sul piano legale, le linee guida offriranno un’anteprima dell’approccio interpretativo e attuativo della Commissione.

La pubblicazione delle linee guida definitive e del Codice di condotta è attesa entro agosto 2025.


Un servizio di assistenza per chiarire i dubbi sull’AI Act

Parallelamente, la Commissione ha lanciato una gara d’appalto per costituire un team esterno incaricato della gestione dell’AI Act Service Desk, uno sportello informativo pensato per facilitare l’attuazione della normativa.

Il Service Desk sarà un punto di riferimento per chiarimenti applicativi, offrirà risposte personalizzate alle domande dei portatori di interesse e fungerà da canale diretto con l’AI Office. Il team vincitore dell’appalto lavorerà in stretta collaborazione con l’Ufficio per l’Intelligenza Artificiale.

L’obiettivo è duplice: rafforzare la fiducia pubblica nella tecnologia AI e garantire certezze giuridiche alle imprese europee per favorire la diffusione e la scalabilità delle soluzioni AI.

La scadenza per partecipare alla gara è fissata al 19 maggio 2025, mentre lo sportello entrerà in funzione nell’estate 2025, con una piattaforma online disponibile in tutte le lingue dell’UE.


Le richieste degli Stati Uniti sul Codice di condotta europeo

Secondo un’anticipazione di Luca Bertuzzi (MLex), l’amministrazione statunitense ha formalmente chiesto alla Commissione europea di correggere alcune criticità del Codice di condotta GPAI, come riportato in un documento diplomatico.

Pur riconoscendo i progressi nella bozza più recente, Washington auspica modifiche sostanziali che rendano il testo meno prescrittivo e più flessibile, migliorino la tutela del segreto industriale, garantiscano una migliore coerenza con l’AI Act e chiariscano i rapporti con la normativa UE sul diritto d’autore.

La critica americana si concentra anche su aspetti pratici come i requisiti di monitoraggio, segnalazione degli incidenti e gestione delle versioni dei modelli open-weights. La preoccupazione principale è che il Codice possa tradursi in una discriminazione regolatoria nei confronti degli sviluppatori di AI statunitensi, imponendo oneri sproporzionati e scoraggiando la crescita.


Standard tecnici in ritardo: la Commissione pronta a intervenire

Cynthia Kroet, giornalista di Euronews, riporta che la Commissione europea si prepara a sviluppare soluzioni alternative per sostenere le imprese che vogliono conformarsi all’AI Act, in caso di ritardi nella pubblicazione degli standard tecnici.

Gli organismi europei di standardizzazione CEN-CENELEC, che riuniscono 34 enti nazionali, hanno infatti annunciato che i documenti inizialmente attesi per agosto 2025 saranno posticipati al 2026. Il portavoce della Commissione Thomas Regnier ha sottolineato che, sebbene gli standard non siano obbligatori, “facilitano notevolmente gli sforzi di conformità per i fornitori di sistemi AI ad alto rischio”.

Nel frattempo, le aziende possono comunque sviluppare soluzioni AI ad alto rischio, anche in assenza di standard, sebbene la loro presenza semplifichi notevolmente i processi di adeguamento normativo.


Un’agenda di semplificazione al centro del dibattito europeo

Un’analisi di Ramsha Jahangir (Tech Policy Press) mette in luce come l’UE, storicamente considerata una “super-regolatrice” nel digitale, stia cercando di cambiare paradigma, spinta da esigenze di semplificazione normativa.

La strategia, ancora in fase embrionale, punta a ridurre gli oneri amministrativi, armonizzare i quadri regolatori e agevolare le piccole imprese. Ma il contesto è segnato da forti pressioni politiche. Tredici Stati membri hanno firmato una dichiarazione per rivedere il corpus normativo digitale e rimuovere ostacoli burocratici, temendo che l’UE perda terreno rispetto a Stati Uniti e Cina in ambito AI.

Gli esperti riconoscono la complessità del sistema normativo europeo, ma mettono in dubbio che la deregolamentazione sia la soluzione migliore. Secondo molti, i veri freni all’innovazione sono la frammentazione del mercato e la debolezza dell’ecosistema dei capitali, più che l’eccesso di regole. Crescono così i timori che la “semplificazione” finisca per erodere tutele fondamentali, ad esempio contenute nell’AI Act o nel GDPR.


AI generativa e diritto d’autore: una questione ancora aperta

Infine, Tristan Marcelin e Filippo Cassetti del Servizio Studi del Parlamento Europeo analizzano le disposizioni dell’AI Act relative al diritto d’autore nella formazione dei modelli GPAI.

L’articolo 53(1)(c) impone il rispetto della normativa sul copyright e dell’eccezione per text and data mining (TDM) prevista dalla Direttiva Copyright, a prescindere dal luogo di addestramento del modello. L’articolo 53(1)(d), invece, obbliga alla pubblicazione di un riepilogo dettagliato dei contenuti utilizzati per il training.

Gli autori evidenziano le lacune normative dell’AI Act in materia di proprietà intellettuale e l’incertezza giuridica che ne deriva. In particolare, la portata dell’eccezione TDM è poco chiara, e diversi Stati membri hanno espresso dubbi sulla sua applicabilità all’addestramento AI. Tuttavia, la maggioranza si oppone a nuove leggi immediate, preferendo monitorare il quadro attuale.

Henna Virkkunen

La commissaria Henna Virkkunen ha suggerito di esplorare meccanismi di licenza tra industrie creative e sviluppatori di AI. Il futuro Codice di condotta GPAI non potrà modificare il quadro sul copyright, ma potrà fungere da ponte temporaneo fino alla revisione della Direttiva sul diritto d’autore prevista per giugno 2026.


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