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Gli agenti AI entrano nelle direzioni legali: più efficienza, ma l’uomo resta indispensabile



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Gli “AI agents” promettono di trasformare il lavoro, automatizzando processi complessi e riducendo tempi e costi. Tuttavia, meno dell’1% delle grandi imprese li utilizza. Tra sperimentazioni e cautele, gli esperti concordano: senza revisione umana i rischi sono elevati. L’AI potrà diventare partner, non sostituto

Pubblicato il 4 set 2025



ai direzioni legali

A pochi anni dall’arrivo della generative AI nelle tecnologie legali, emerge una nuova frontiera: gli agenti AI. Questi software non si limitano a generare contenuti, ma sono in grado di prendere decisioni, agire e risolvere problemi con un grado minore di supervisione umana, promettendo ulteriore riduzione dei costi e velocità nei processi. Almeno, questa è la promessa.


Le direzioni legali alla prova dell’automazione

Le direzioni legali aziendali sono state tra i primi ad adottare la generative AI, applicandola ad attività standard come la revisione contrattuale o la verifica della conformità normativa. Ora, gli agenti AI vengono presentati come il passo successivo: gestire processi multi-step riducendo l’intervento umano.

Secondo Ryan O’Leary, esperto di legal tech di IDC, i team interni sono spesso sovraccarichi: “Se è possibile utilizzare [l’intelligenza artificiale agentica] per eliminare le attività più semplici e quelle amministrative, sarà sicuramente un grande vantaggio per l’organizzazione. “Tuttavia, per funzionare davvero, i reparti legali dovranno lasciare l’IA a se stessa”, con meno supervisione di quanto avviene oggi con la generative AI.

agenti ai direzioni legali

Un’adozione ancora marginale

Secondo Gartner, meno dell’1% delle 5.000 maggiori aziende globali utilizza già agenti AI per compiti legali. Sul mercato sono attivi player come la statunitense Harvey, la start-up Eudia e la svedese Legora.

Salesforce, che impiega 500 persone nella sua divisione legale, ha sviluppato il proprio sistema, Agentforce, integrandolo con soluzioni esterne. L’azienda utilizza l’AI per rispondere a domande interne sui contratti, negoziare documenti e smistare richieste ai giusti team legali.

“Assume una sorta di ruolo manageriale, assegnando il lavoro al team giusto”, osserva il chief legal officer Sabastian Niles.


Agenti AI nelle direzioni legali: efficienza sì, ma con la revisione umana

Salesforce stima un risparmio annuo di circa 9.500 ore di lavoro nelle attività di compliance e gestione del rischio grazie ad Agentforce. Un progetto pilota ha mostrato che la negoziazione di NDA richiede il 25% di tempo in meno. Tuttavia, i legali aziendali verificano sempre l’output delle macchine.

Il nodo centrale resta la responsabilità. Harvey lo chiarisce: “Informiamo tutti i potenziali clienti e i clienti di Harvey che il nostro approccio è basato sulla tecnologia ma verificato da esseri umani, quindi qualsiasi risultato finale prodotto deve essere attentamente esaminato da un avvocato”.


AI più precisa degli avvocati?

Non mancano i casi in cui l’AI ha superato la precisione dei professionisti umani. Max Junestrand, CEO di Legora, racconta di una multinazionale finanziaria che aveva riscontrato discrepanze tra i risultati dell’AI e quelli dei propri legali nell’analisi di vecchie operazioni M&A: A quanto pare gli esseri umani si sbagliavano.

Allo stesso tempo, Eudia ha scelto un approccio ibrido, acquisendo Johnson Hana (300 avvocati) per affiancare esperti umani all’AI: “Quello che abbiamo scoperto è che un esperto umano con una soluzione di AI agente supererà sempre un esperto umano senza quella soluzione, o quella soluzione senza l’esperto umano“, afferma il CEO Omar Haroun.


Tra potenziale e cautela

La giapponese Dentsu International, con 260 legali, ha adottato il software Harvey per verificare la compliance normativa. Il general counsel Robert Clark resta prudente: “[L’IA agentica] potrebbe essere rivoluzionaria, ma non credo che lo sarà dall’oggi al domani, perché, come ogni cosa, ci vorrà tempo per imparare a utilizzare questa tecnologia. [E] ci vorrà tempo anche perché i team legali interni identifichino dove risiedono i reali vantaggi”.


Conclusioni

Il percorso degli agenti AI nel settore legale appare ancora agli inizi: il potenziale è enorme, ma i rischi legati ad accuratezza, responsabilità e governance restano elevati. I casi di successo mostrano un valore concreto, ma sempre con l’uomo al centro del processo. Più che sostituire i professionisti, l’AI sembra destinata a diventare un alleato strategico, capace di ampliare le capacità dei team legali senza rimpiazzarli.

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