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Smart city, nel 2023 il mercato ha raggiunto 1 mld di euro



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I risultati dell’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano. Il direttore, Matteo Risi: “Circa un comune su 3 intende lavorare nel prossimo futuro utilizzando l’AI a supporto di processi e decisioni, sfruttandone la potenza e la versatilità, ma con un occhio attento alla gestione dei rischi e alle regole imposte dal nuovo AI Act”

Pubblicato il 10 mag 2024



Osserv Smart City

Il 2023 ha segnato un risultato storico per il mondo delle Smart city. Per la prima volta, infatti, il mercato italiano ha raggiunto 1 miliardo di euro, +11% rispetto al 2022. Allo stesso tempo, però, l’anno appena trascorso ha segnato una crescita meno marcata rispetto agli anni precedenti (+23% nel 2022), frenata dalle priorità dettate dal PNRR e dai tentennamenti su alcuni fondi del Piano destinati ai comuni.

Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano*, presentata il 10 maggio 2024 al convegno “Smart City: alla ricerca di una strategia vincente”.

Aumentano i comuni che hanno avviato progetti legati alla Smart city

Nel 2023 aumentano i comuni che hanno avviato progetti legati alla Smart City (12% contro il 10% del 2022). Considerando gli investimenti pubblici nel 2023, il 23% del valore di mercato è dato da iniziative legate all’illuminazione pubblica e il 21% alla Smart mobility. A seguire Smart metering e Smart grid. Permangono però ostacoli significativi allo sviluppo di queste tecnologie: la carenza di personale (52%), la mancanza di risorse economiche (48%) e di competenze interne ai comuni (47%). I comuni che sono riusciti, nonostante tutto, a portare avanti progetti di Smart city hanno poi effettivamente colto benefici in linea o addirittura superiori alle aspettative (78%). L’86% dei comuni ha inoltre intenzione di avviare progetti nei prossimi tre anni.

Un comune su 3 intende lavorare nel prossimo futuro utilizzando l’AI a supporto di processi e decisioni

“Il futuro dei centri urbani intelligenti passerà anche da due trend che, seppur in ambiti diversi, stanno raccogliendo un grande interesse da parte dei comuni italiani – commenta Matteo Risi, direttore dell’Osservatorio Smart City -. Da una parte, la volontà di collaborare tra comuni per creare un ecosistema intelligente più ampio in un’ottica di Smart Land, un approccio ancora poco diffuso (23%), ma prospettato dal 59% di coloro che hanno sviluppato progetti. La seconda tendenza riguarda l’Intelligenza Artificiale. Circa un comune su 3, infatti, intende lavorare nel prossimo futuro utilizzando l’AI a supporto dei propri processi e delle proprie decisioni, sfruttandone la potenza e la versatilità, ma con un occhio attento alla gestione dei rischi e alle regole imposte dal nuovo AI Act”.

Comuni

Una delle principali problematicità legate alle Smart city è che mancano figure tecniche con le competenze necessarie. Solo il 23% dei comuni italiani le possiede all’interno del proprio organico, il 21% si affida a esperti esterni, mentre il 56% non ha alcun tipo di competenza né interna né esterna (69% nei comuni di piccola dimensione). Le principali lacune riguardano l’uso di tecnologie innovative (67%), come IoT, AI e Digital Twin, oltre al possesso di concrete capacità di gestione di progetti (47%). Nel triennio 2021-2023 gli ambiti applicativi più adottati e di maggior interesse sono stati: Sicurezza e sorveglianza (65%), Coinvolgimento attivo dei cittadini (55%) e Illuminazione (51%). Nei prossimi tre anni, fino al 2027, crescerà ancor di più l’ambito della Sicurezza e sorveglianza (76%), mentre al secondo posto si collocheranno le Comunità energetiche rinnovabili (66%). A seguire il coinvolgimento attivo dei cittadini (63%).

Cittadini

Il tema della Smart city si fa sempre più strada tra il grande pubblico. Secondo l’indagine svolta in collaborazione con BVA Doxa, il 69% degli intervistati, infatti, conosce il concetto, ma spesso ancora in modo superficiale. Milano è percepita come la città più Smart, seguita da Bolzano e Trento. Seguono diverse città del Centro-Nord, mentre il Sud e le Isole non rientrano nella top 10. La percezione dei cittadini sembra poi essere disallineata rispetto alla realtà: se i comuni italiani nell’ultimo triennio si sono occupati prevalentemente di sicurezza, engagement e illuminazione, agli occhi dei cittadini le principali iniziative realizzate sono altre e riguardano, ad esempio, la gestione digitale degli adempimenti e dei pagamenti (48%), il potenziamento della connettività (38%) e la raccolta dei rifiuti (38%).

Nonostante questi disallineamenti, le città Smart sono comunque percepite dai loro abitanti come più sostenibili, inclusive, innovative ed efficienti rispetto a quelle che presentano un grado minore di “smartness”.

Nota

La ricerca del 2023 è stata realizzata in collaborazione con: A2A Smart City, BVA Doxa, Dassault Systèmes, Edison Next, Enel X, Google Cloud e TIM Enterprise, IFAB – International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development, Movyon, Municipia – Gruppo Engineering, Targa Telematics – Viasat; Almaviva, Blimp, Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Cellnex Italia, Cyclomedia Technology B.V., Drimlab, Easypark Group, Gruppo Maggioli, Hikvision Italy, Lutech, Rekeep, Schréder, Simet, Urmet

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