Il modello di ragionamento open-source di DeepSeek-R1 è stato rilasciato da pochi giorni e le aziende già scalpitano per utilizzarlo nei loro prodotti, perché molto più economico rispetto ai modelli americani.
Esemplare è il caso di ZoomInfo, un fornitore di dati sulle aziende, che i suoi clienti utilizzano come lead di vendita. L’azienda ha già scoperto di poter ridurre di due terzi i costi di alcune AI sostituendo il modello di ragionamento o1 di OpenAI con R1, come ha dichiarato alla stampa Dominik Facher, Chief Product Officer.
Come ZoomInfo utilizza i modelli di AI
ZoomInfo utilizza una serie di modelli di intelligenza artificiale per alimentare le analisi interne e le funzioni del suo prodotto commerciale, come ad esempio la possibilità per i clienti di generare un riepilogo dei leader di un’azienda per aiutare i loro venditori a indirizzare le loro attività.
Gli ingegneri di ZoomInfo hanno utilizzato o1 per sviluppare una nuova funzione in grado di fornire consigli su come i clienti dovrebbero approcciare un lead di vendita. ZoomInfo vuole che i clienti siano in grado di utilizzare questa funzione per identificare chi devono chiamare e cosa dire loro, ad esempio. Ora l’azienda intende invece lanciare la funzione con R1.
Anche Perplexity guarda al modello cinese
ZoomInfo non è l’unica. Il motore di ricerca alimentato dall’intelligenza artificiale Perplexity sta già offrendo agli utenti la possibilità di utilizzare R1 per rispondere alle domande.
Notion, per bocca dell’amministratore delegato Ivan Zhao, ha dichiarato che l’app di produttività sta valutando se utilizzare i modelli di DeepSeek insieme a quelli di Anthropic o OpenAI per alimentare nuove funzionalità.
Together AI, che aiuta gli sviluppatori a eseguire e modificare i modelli open-weight, ha raddoppiato la sua capacità di eseguire i modelli DeepSeek ogni giorno nelle ultime due settimane per tenere il passo con la domanda dei clienti.
“Il livello di interesse per R1 e [DeepSeek] V3 è pazzesco”, ha riferito Ali Ghodsi, CEO di Databricks, riferendosi anche al modello precedente di DeepSeek lanciato a dicembre. Databricks vende software che aiuta le aziende a gestire i propri dati per utilizzarli in applicazioni AI personalizzate, anche con modelli open-source come DeepSeek.
Mentre l’applicazione di chatbot per i consumatori e l’interfaccia di programmazione delle applicazioni di DeepSeek sono probabilmente off limits per le aziende che non vogliono che i loro dati finiscano archiviati in Cina, qualsiasi azienda può scaricare DeepSeek e utilizzarlo con il proprio cloud provider, il che non comporta gli stessi rischi.

L’accesso a DeepSeek-R1 è possibile anche tramite Google Cloud e AWS
ZoomInfo intende iniziare ad acquistare l’accesso al modello attraverso Google Cloud e Amazon Web Services in forma di API.
Dal 27 gennaio, infatti, Google Cloud ha iniziato a consentire ai clienti di utilizzare R1 attraverso la sua piattaforma, mentre AWS ha comunicato a ZoomInfo che sta lavorando per aggiungerlo alla sua piattaforma.
AWS non ha commentato direttamente la notizia, se non affermando che il cloud provider è “concentrato nel fornire ai nostri clienti una scelta”.
Nonostante il costo drasticamente inferiore dell’utilizzo di R1, il CPO di ZoomInfo, Facher, ha dichiarato di aspettarsi che la spesa complessiva di ZoomInfo per il cloud aumenterà nel tempo, man mano che l’intelligenza artificiale diventerà un fattore determinante per le nuove funzionalità.
L’opinione di Saleforce: i modelli sono “merce”
Come prevedibile, il nervosismo in borsa per l’impatto di R1 sugli sviluppatori di AI come OpenAI e Anthropic ha spinto Marc Benioff di Salesforce a dichiarare, in un post su X, che i modelli “sono ormai merce” e ciò che conta è se possono accedere ai dati dei clienti. A febbraio, quando Salesforce comunicherà i suoi guadagni, scopriremo se la domanda per il suo nuovo prodotto Agentforce AI, che funziona in base ai dati dei suoi clienti, sta dando ragione a Benioff.