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AI: gli ultimi dieci anni visti da OpenAI



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A dieci anni dalla nascita della società, Sam Altman racconta il percorso verso l’AGI, che ha superato aspettative e ostacoli iniziali. Dai primi esperimenti incerti alla rivoluzione di ChatGPT e GPT-4, l’organizzazione ha sviluppato tecnologie potenti e metodi per distribuirle in modo sicuro. Nel futuro c’è la superintelligenza e benefici condivisi per tutta l’umanità

Pubblicato il 12 dic 2025



dieci anni OpenAI


Riflessioni su un decennio di scoperte, insegnamenti e sul percorso verso un’AGI che porti benefici all’intera umanità

“OpenAI ha realizzato più di quanto osassi immaginare; ci eravamo prefissati qualcosa di folle, improbabile e senza precedenti. Da un inizio pieno di incertezze e contro ogni aspettativa, con un lavoro costante ora sembra che abbiamo davvero una possibilità di riuscire nella nostra missione”. Così, Sam Altman, Ceo e co-fondatore di OpenAI inizia – sul blog aziendale – il racconto degli ultimi dieci anni nell’intelligenza artificiale.

Abbiamo annunciato il nostro progetto al mondo proprio dieci anni fa, anche se non abbiamo iniziato ufficialmente⁠ per qualche settimana ancora, all’inizio di gennaio 2016″, prosegue Altman. Il Ceo di OpenAI si lascia andare ai ricordi: “Anche se la vita quotidiana non sembra così diversa rispetto a un decennio fa, lo spazio delle possibilità davanti a noi oggi è molto diverso da ciò che appariva quando eravamo 15 nerd seduti a cercare di capire come fare progressi“.

Gli inizi

“Era un periodo incredibilmente divertente: anche se eravamo estremamente fraintesi, avevamo una convinzione profonda, l’idea che fosse così importante da valere il duro lavoro anche con una piccola possibilità di successo, persone di grande talento e un forte focus”, ricorda Altman.

Il deep learning era chiaramente una grande tecnologia, ma svilupparlo senza acquisire esperienza nel farlo funzionare nel mondo reale non sembrava la strada giusta”, prosegue. “… avevamo un grande spirito nel superare di volta in volta l’ostacolo successivo: dove la ricerca potesse portarci, come ottenere denaro per computer più grandi, o qualsiasi altra cosa. Abbiamo pionierato il lavoro tecnico per rendere l’AI sicura e robusta in modo pratico, e quel DNA è ancora parte di noi oggi”.

I primi risultati

Nel 2017 arrivano i primi risultati: “Dota 1v1, dove abbiamo spinto il reinforcement learning a nuovi livelli di scala. Il neurone del sentimento non supervisionato, in cui abbiamo visto un modello linguistico imparare in modo inequivocabile la semantica, non solo la sintassi. E il reinforcement learning dalle preferenze umane, che mostrava un percorso rudimentale per allineare un’AI ai valori umani”.

A questo punto, il team di Altman si rende conto che l’innovazione è appena sbocciata e che avrebbero dovuto scalare ognuno di questi risultati con una potenza computazionale enorme.

ChatGPT

Ed ecco che, migliorando costantemente la tecnologia, nel 2022 arriva ChatGPT. “Il mondo ha iniziato a prendere davvero nota, e ancora di più con il lancio di GPT-4; all’improvviso l’AGI non era più un’idea folle”, dichiara Altman.

Gli ultimi tre anni

“Gli ultimi tre anni sono stati estremamente intensi, pieni di stress e di grande responsabilità; questa tecnologia si è integrata nel mondo a una scala e a una velocità mai viste prima. Ciò ha richiesto un’esecuzione estremamente difficile per la quale abbiamo dovuto costruire immediatamente un nuovo ‘muscolo'”, afferma Altman.

Non deve essere stato facile passare da zero a un’enorme azienda in così poco tempo. “Abbiamo dovuto prendere decisioni nuove; ad esempio, mentre ci interrogavamo su come rendere l’AI massimamente benefica per il mondo, abbiamo sviluppato una strategia di distribuzione iterativa, attraverso la quale abbiamo inserito con successo versioni iniziali della tecnologia nel mondo affinché le persone potessero formare intuizioni e società e tecnologia potessero co-evolvere”, afferma.

Una scelta molto controversa, “ma credo sia stata una delle migliori che abbiamo mai preso, e oggi è diventata lo standard del settore” dice convinto.

Ten years after

Dieci anni dopo la nascita di OpenAI, abbiamo un’AI che può fare meglio della maggior parte delle nostre menti più brillanti nelle competizioni intellettuali più difficili”, dichiara con orgoglio il suo co-fondatore.

Come sarà l’AI del 2030

“Non mi sono mai sentito così ottimista riguardo alle nostre roadmap di ricerca e prodotto, e alla traiettoria generale verso la nostra missione”, afferma Altman.

Tra dieci anni, credo sia quasi certo che costruiremo una superintelligenza”, sentenzia. (…) In un altro senso, le persone del 2035 saranno capaci di fare cose che oggi facciamo fatica anche solo a immaginare.

Altman non poteva non concludere il suo intervento senza fare riferimento all’intelligenza artificiale generale. “La nostra missione è garantire che l’AGI porti benefici all’intera umanità. Abbiamo ancora molto lavoro davanti a noi, ma sono davvero orgoglioso della traiettoria su cui il team ci sta portando. Stiamo già vedendo enormi benefici in ciò che le persone realizzano con la tecnologia oggi, e sappiamo che molto altro sta arrivando nei prossimi anni”.

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