L’intelligenza artificiale agentica, ovvero quella capace di operare in autonomia per raggiungere obiettivi specifici, è destinata a svolgere un ruolo sempre più centrale nella gestione dei trasporti. È quanto emerge dall’ultima indagine condotta da Vanson Bourne per Manhattan Associates. La ricerca ha coinvolto oltre 1.400 decision-maker in aziende attive nei settori manifatturiero, retail, beni di consumo, food & beverage e commercio all’ingrosso, in diverse aree del mondo.
Il dato più indicativo è che oltre il 60% degli intervistati prevede di introdurre sistemi TMS con AI agentica autonoma nei prossimi cinque anni. Tuttavia, solo il 37% delle aziende ha già integrato soluzioni di AI e machine learning nel proprio sistema di gestione dei trasporti, a conferma di un divario significativo tra aspettative e implementazione.
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Sistemi frammentati e ostacoli strutturali
A frenare l’adozione su larga scala ci sono fattori noti: qualità e disponibilità dei dati, difficoltà di integrazione con sistemi preesistenti e carenza di competenze interne. Il 99% delle aziende coinvolte nello studio ha già affrontato, o si aspetta di dover affrontare, almeno uno di questi problemi. Inoltre, il 48% dichiara di spendere oltre il 10% del budget logistico per correggere errori e interruzioni operative, segno che le inefficienze continuano a pesare significativamente.
Uno degli ambiti più critici resta quello della visibilità operativa: se il 60% delle aziende riconosce che una visibilità più estesa migliora la soddisfazione del cliente, solo una minoranza ha strumenti avanzati per rilevare in tempo reale la domanda, assegnare automaticamente spedizioni o analizzare in modo efficace le tendenze storiche.
AI, sostenibilità e pianificazione: la sfida della modernizzazione
Oltre alle promesse dell’intelligenza artificiale, la gestione dei trasporti si trova a dover rispondere a pressioni crescenti in ambito ambientale. Il 69% delle aziende considera la sostenibilità una priorità strategica, ma solo il 34% l’ha integrata nei processi operativi e appena il 31% offre opzioni di carburante a basso impatto ambientale. I vincoli normativi, inoltre, sono in aumento e richiedono sistemi capaci non solo di eseguire, ma anche di monitorare e dimostrare la conformità alle direttive.

Nel complesso, l’87% degli intervistati ritiene che le sfide legate alla visibilità, all’adozione dell’AI e alla sostenibilità si intensificheranno entro il 2030, con il rischio di mettere in difficoltà i sistemi TMS attualmente in uso.
Le aziende più lente ad aggiornare le proprie strategie rischiano non solo di perdere competitività, ma anche di non riuscire a garantire l’efficienza operativa attesa dal mercato.
Un orizzonte in evoluzione
Dallo studio emerge anche un diffuso ottimismo verso l’evoluzione tecnologica: l’82% delle organizzazioni confida che, nei prossimi cinque anni, i progressi nella pianificazione e modellazione ridurranno i costi di trasporto di almeno il 5%. Tuttavia, la fiducia va bilanciata con investimenti concreti e un approccio più strutturato alla trasformazione digitale.
La modernizzazione della gestione dei trasporti, ha concluso Bryant Smith di Manhattan Associates, richiederà soluzioni più intelligenti e flessibili, capaci di affrontare contemporaneamente l’urgenza di efficienza, le aspettative sull’AI e le normative ambientali. Per molte organizzazioni, la sfida è ancora aperta.





