Cloud e intelligenza artificiale: insieme cambieranno il mondo

La fusione di intelligenza artificiale e cloud computing promette di essere sia una fonte di innovazione sia un mezzo per accelerare i cambiamenti di business. L’IA può rendere il cloud ancora più efficiente, il cloud può aiutare le aziende ad accelerare percorsi e progetti di intelligenza artificiale. Il matrimonio s’ha da fare!

Pubblicato il 28 Feb 2019

nvidia oracle

Il cloud computing ha ormai da tempo dimostrato di essere un alleato molto valido per le aziende: non solo ha trasformato le modalità di provisioning dei sistemi, delle applicazioni e delle risorse IT, ma è riuscito a “ritagliarsi” una posizione di tutto rispetto nei processi di innovazione, ricerca e sviluppo, delle organizzazioni aziendali.

E se diventasse anche intelligente? Cloud e intelligenza artificiale possono “stare bene insieme”?

SE NE PARLERA’ DURANTE IL PARTYCLOUD RELOADED 

Milano 14 marzo 2019 – Base Milano – Via Bergognone, 34

Verso un cloud intelligente?

A livello base, l’intelligenza artificiale potrebbe cambiare (semplificando ed accelerando) le modalità con le quali immettere, archiviare ed analizzare i dati in cloud. L’apprendimento automatico e il cloud computing insieme potrebbero salvare, analizzare e imparare allo stesso tempo dalle informazioni e trasmetterle ad altri server o ambienti cloud per “aiutarli” nell’elaborazione delle informazioni. Potremmo anche sperare in un cloud intelligente in grado di prevedere le tendenze (utilizzo delle risorse, accesso ai dati, avvio dei workload e utilizzo delle informazioni, ecc.) in base agli input dei dati dell’utente. In futuro potremmo anche avere ambienti di cloud computing capaci di decidere autonomamente come distribuire le risorse auto-apprendendo dal comportamento dei workload applicativi e degli utenti che utilizzano i servizi digitali che si appoggiano su sistemi in cloud.

Anche se il “cloud intelligente” così come descritto è ancora nella sua fase “nascente”, va detto che il cloud, già oggi, rappresenta una inesauribile fonte di informazioni che può efficacemente supportare il meccanismo di apprendimento dell’intelligenza artificiale. Di contro, l’intelligenza artificiale già oggi, attraverso l’intelligent data processing, può fornire utili risposte e analisi dei dati che potrebbero rendere il cloud computing non solo efficiente ma anche efficace rispetto a particolari esigenze di business (per esempio in workload data-intensive come quelli che interessano l’eCommerce, il trading finanziario, il risk management, ecc.).

L’intelligenza artificiale as-a-service

L’esplosione di dati determinata dall’Internet of Things (IoT) e dalle app, oltre alla crescente richiesta di decisioni in tempo reale, significa che l’IA sta rapidamente diventando un elemento chiave di differenziazione anche di che eroga servizi cloud.

Secondo un rapporto del MIT Sloan, l’81% delle aziende non comprende quali dati sono necessari per l’IA o come accedervi. Come rilevato da un recente studio di Gartner, “i responsabili di dati e analytics continuano a lottare contro complessità, tempi di integrazione e implicazioni economiche dei loro progetti di integrazione dei dati, tutti aspetti che accrescono a dismisura i loro tempi e costi di consegna, con più cicli di revisione degli obiettivi di progetto”.

Ciononostante, la stragrande maggioranza delle imprese, l’83%, secondo il rapporto del MIT Sloan, concorda sul fatto che promuovere l’intelligenza artificiale nelle imprese è un’opportunità strategica.

Non è un caso dunque che IBM, in occasione del recentissimo Think2019 svoltosi a San Francisco, ha fatto un importante annuncio: ha reso IBM Watson utilizzabile su qualsiasi cloud, permettendo alle imprese di superare il limite del vendor lock-in e di iniziare a implementare l’intelligenza artificiale ovunque risiedano i propri dati.

Cloud e intelligenza artificiale, una relazione simbiotica

In definitiva, il cloud può aiutare a fornire alle IA le informazioni di cui hanno bisogno per imparare, mentre le IA possono generare nuove informazioni e approfondimenti che danno al cloud più dati. Questa relazione simbiotica sarà senza dubbio destinata a plasmare il futuro dell’IA. Se ne parlerà anche durante il PartyCloud in programma, durante la Milano Digital Week, il 14 marzo!

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